Disturbi della personalità

Questi disturbi sono il frutto di una complessa interazione tra fattori genetici, ambientali e psicologici. Un ruolo importante nella loro genesi sembra essere rappresentato dal clima familiare e dalla presenza di traumi specialmente in età infantile o adolescenziale.

I Disturbi di Personalità possono essere distinti in tre cluster principali:

• Il cluster A a cui appartengono soggetti generalmente schivi, diffidenti, con scarsa emotività
• Il cluster B a cui appartengono soggetti caratterizzati da una spiccata emotività
• Il cluster C a cui appartengono soggetti timorosi, timidi, ansiosi.

Il disturbo di personalità più diagnosticato e quindi di maggior interesse clinico è il disturbo borderline appartenente al cluster B di personalità

I soggetti affetti da questo disturbo presentano come sintomi cardine la disregolazione emotiva, l’impulsività, l’instabilità nelle relazioni interpersonali e nell’immagine di sé.

La persona affetta da disturbo borderline esperisce un costante senso di insoddisfazione e di vuoto e quindi è sempre alla ricerca di qualcosa o qualcuno che riesca a farla sentire “viva”. Questo associato all’instabilità dell’umore e all’impulsività porta spesso questi pazienti a instaurare relazioni interpersonali problematiche.

L’instabilità dell’umore fa si che questi pazienti presentino una risposta esagerata in risposta agli stimoli ambientali o interni, con eccessiva euforia, improvvisi attacchi di rabbia, ansie intense.

L’impulsività può portare all’abuso di sostanze e di alcol, o ad altre dipendenze (es. gioco d’azzardo, shopping compulsivo, uso ossessivo di internet), a disturbi alimentari, a promiscuità sessuale, gesti autolesivi fino a una vera e propria ideazione suicidaria.

L’intervento terapeutico è di tipo combinato ovvero integra il trattamento farmacologico con l’intervento psicoterapico, seguendo programmi specifici (DBT) che portano il paziente ad avere consapevolezza della malattia (molto importante ai fini della prevenzione dei fattori che possono determinare una ricaduta) e ad acquisire strumenti di autoregolazione che gli permettano di tornare a inserirsi nel contesto sociale, familiare e lavorativo di provenienza.