A volte il cibo nasconde un problema della mente.
I disturbi alimentari,
sintomi di un malessere
che nasce nel profondo.
Chiamare l’anoressia nervosa un disturbo dell’alimentazione è come chiamare disturbo della tosse il cancro al polmone.
Arthur Crisp, psichiatra
Le parole di Arthur Crisp, docente di psichiatria e importante studioso dell’anoressia, andrebbero applicate a ogni tipologia di disturbo alimentare.
I disturbi dell’alimentazione, infatti, sono un fenomeno infinitamente complesso. Sempre più evidente, a causa dell’insorgenza di numerosi nuovi casi negli ultimi anni, ma paradossalmente nascosto e invisibile a molti, perché difficile da comprendere e riconoscere.
Anoressia nervosa, binge eating, bulimia sono solo la punta di un iceberg, che si fatica a definire e categorizzare.
Di fronte ai disturbi alimentari si incorre spesso nello stesso errore: pensare che abbiano a che fare solo con il cibo, con la sua privazione o il suo eccesso. In realtà, il cibo è un modo per esprimere un profondo disagio, un malessere interiore radicato, che ha origini psicologiche. Un disordine nascosto che ha bisogno di emergere e di essere curato.
I numeri
In Italia, i disturbi dell’alimentazione sono un’emergenza sempre più in crescita: gli ultimi dati parlano di oltre 3 milioni di casi, con un’età d’esordio che si sta abbassando drasticamente e che sta toccando gli 8/10 anni.
I casi sono aumentati, come è aumentata la gravità. Per l’anoressia, si stimano 8-10 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti.
Per la bulimia, 12.
IL PROGETTO CHE RACCONTA IL LEGAME TRA MENTE E CIBO.
Dall’ascolto dei pazienti all’interno delle nostre cliniche è nata la necessità di far emergere le loro testimonianze, per poter mettere in luce le vere cause del problema attraverso le parole di chi vive questo disagio.
Ecco perché abbiamo realizzato Disordini Nascosti, un progetto di sensibilizzazione e consapevolezza su un tema di cui non si parla abbastanza.
Per l’iniziativa abbiamo scelto di utilizzare un mezzo molto diverso dal solito: il piatto.
La collezione
6 piatti che svelano i pensieri di chi soffre di disturbi alimentari.
Insieme all’art director e illustratrice Francesca Tucci, abbiamo creato una collezione unica nel suo genere.
Ogni piatto svela progressivamente le ossessioni, i pensieri, le emozioni di chi vive una relazione disfunzionale con sé stesso, attraverso il cibo. I messaggi sono costruiti per essere in parte coperti dalla portata: boccone dopo boccone, questi emergeranno nella loro interezza, per far capire che dietro l’atto del mangiare, a volte, si nasconde molto di più.
Il ruolo del linguaggio.
Cosa dire e cosa no a chi soffre di un disturbo alimentare.
Utilizzare le parole giuste è il primo passo per creare un contatto e trasmettere la propria vicinanza.
Guarda il video e ascolta i consigli degli esperti.
I principali stereotipi sui disturbi alimentari.
L’importanza di abbattere i pregiudizi su un fenomeno così complesso.
Frasi fatte e falsi miti sui disturbi alimentari rischiano di non far inquadrare nel modo giusto un problema tanto complesso. Ecco perché, per diffondere una miglior consapevolezza, è molto importante abbattere questi cliché.
Clicca sul video per saperne di più.
Riconoscere un disturbo alimentare.
I segnali da non sottovalutare.
Spesso chi soffre di un disturbo alimentare nasconde a sé stesso e agli altri la malattia. Prestare attenzione anche al più piccolo segnale diventa quindi un’azione imprescindibile.
Ascolta i consigli dei medici e impara a riconoscere se qualcosa non va.
Far capire che è il momento di chiedere aiuto.
Rendere consapevole chi soffre che non si può più aspettare.
Nella maggior parte dei casi, chi soffre di un disturbo alimentare inizialmente si rifiuta di chiedere aiuto. Ma intraprendere un percorso di cura è l’unico modo per affrontare e superare la malattia. Per questo è importante non scoraggiarsi e continuare a perseverare, con comprensione e pazienza.
Scopri di più ascoltando l’intervento dei medici.
Quando non si tratta di un disturbo alimentare.
Un problema con il cibo può essere legato a tante patologie: riconoscere le differenze.
Definire con certezza se un rapporto disfunzionale con il cibo corrisponda a un disturbo alimentare non è semplice, ma ci sono degli aspetti che possono aiutarci nella valutazione.
Scopri quali ascoltando i consigli degli esperti.
Guarire da un disturbo dell’alimentazione.
Uscire dalla spirale di queste patologie è possibile.
Con la giusta consapevolezza e i giusti strumenti è possibile arrivare a una remissione completa di una patologia tanto complicata e stratificata.
Ascolta le parole dei medici su come imparare a gestire la malattia e avviare un processo di guarigione.
Curare un disturbo alimentare.
L’importanza di un percorso multidisciplinare.
Ogni disturbo alimentare è diverso dall’altro. Ecco perché, per arrivare a un recupero efficace e duraturo, serve un iter specializzato e cucito sulla persona.
Scopri di più sulla centralità di un percorso specifico.
Vivere a contatto con chi soffre di un disturbo alimentare.
Le famiglie e il loro ruolo durante la malattia.
Il supporto a chi vive da vicino un problema con il cibo è importante quanto quello al paziente. Per questo la famiglia è centrale ed è fondamentale che diventi parte attiva del percorso riabilitativo.
Per saperne di più, ascolta le parole dei medici.
Il nostro approccio
Crediamo che per affrontare un problema così complesso sia necessario adottare un linguaggio nuovo, diverso da quello utilizzato fino a oggi. Per questo all’interno delle nostre strutture seguiamo pazienti di ogni età, utilizzando un approccio multidisciplinare che prevede il coinvolgimento di diverse figure specializzate, fra cui:
Psichiatri Psicologi Medici internisti Nutrizionisti Dietisti Assistenti sociali Fisioterapisti Infermieri Operatori sociosanitari Tecnici della riabilitazione psichiatrica
Il percorso terapeutico, fatto da competenze specifiche e complementari, non si limita, al solo recupero fisiologico e al ripristino delle corrette abitudini alimentari. Si basa soprattutto sulla riabilitazione nutrizionale e psicologica, con l’obiettivo di permettere alla persona di reinserirsi nel proprio contesto sociale, familiare e lavorativo nel miglior modo possibile.
Dentro il disturbo
Comprendere a fondo la complessità di queste patologie è molto difficile, perché nessun disturbo dell’alimentazione è uguale all’altro.
Per questo crediamo che il mezzo più potente per farlo siano le parole di chi le vive in prima persona.
Ascolta la storia di Claudia.
Leggi le testimonianze dirette
dei nostri pazienti
Il mio rapporto con il cibo nasconde una mancanza di affetto che non ho ricevuto. Uso il cibo per colmare questo vuoto.
Ho sempre provato a colmare il vuoto che provavo abbuffandomi o digiunando, mentre il mio disturbo mi diceva di fare schifo.
Il cibo mi fa paura, è una paura troppo forte. Non vedo le cose belle, non apprezzo la vita.
Il cibo mi fa sentire sporca, sbagliata, in colpa. Ho paura di essere giudicata, di non piacere al resto del mondo. È un grido disperato di essere notata, ascoltata.
Il mio rapporto con il cibo è controllo totale su tutto… un perfezionismo assoluto.
Non ho mai sentito il disturbo come un qualcosa di "esterno" a me: è piuttosto un tutt'uno con il mio giudice interiore, che mi svaluta e mi porta a sentirmi non accettata, immeritevole, inadeguata.
Iniziamo a parlarne insieme
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