Rieducazione dei Disturbi della Competenza Comunicativa
Riabilitazione
Il trattamento
Di frequente, l’esito di una lesione cerebrale di qualunque natura (congenita o dovuta a trauma cranico, stroke, ecc.) è caratterizzato da disturbi nella sfera comunicativa; in particolare, legati all’uso della parola. Nonostante possano essere di varie tipologie, possiamo raggrupparli in due macro-categorie, differenti sia per le cause (lesioni in determinate zone cerebrali) che per i sintomi e le modalità di intervento riabilitativo.
La prima categoria è costituita dall’afasia, un disturbo del linguaggio caratterizzato dall’impossibilità di parlare e capire il significato delle parole (nonostante l'apparato fonetico e uditivo siano integri). La seconda categoria è la disartria, in cui il paziente avrebbe la capacità di parlare, ma non riesce a farlo correttamente a causa di un sanno alle aree cerebrali deputate al controllo motorio dell’apparato fonetico. La differenza chiave è che il disartrico potrebbe articolare le parole (sebbene in modo distorto e poco chiaro); mentre l'afasico non riesce nemmeno a formularle.
La finalità del percorso riabilitativo (svolto con il supporto del logopedista) è quella di rieducare il paziente all’uso della parola tramite specifiche tecniche ed esercizi o, nell’impossibilità di raggiungere tale obiettivo, all’utilizzo di metodi o ausilii di comunicazione aumentata, quali, ad esempio, le tavolette Etran (dall’inglese eye-transfer: pannelli trasparenti con lettere o immagini che il paziente disabile può indicare con lo sguardo) o altre tecnologie informatiche di vario tipo.
Il recupero della comunicazione non riguarda però solo l’uso del linguaggio, ma anche la capacità di comprendere, interagire, leggere e scrivere. In tutti i casi, il compito del logopedista è quello di individuare un codice di comunicazione che consenta ai pazienti di comunicare con il mondo, nel miglior modo possibile, pur nel limite della disabilità.