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Il prof. Walter Grassi, una new entry di eccellenza nel team di Myolab

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Il noto reumatologo visita due volte a settimana, su appuntamento, nel centro di Jesi.

Una nuova figura professionale va arricchire il team di Myolab a Jesi: il Reumatologo. Ma non uno qualunque, il Gruppo KOS ha reclutato il professor Walter Grassi, già direttore della Clinica Reumatologica dell'Università Politecnica delle Marche, noto professionista con alle spalle una lunga esperienza clinica e centinaia di pubblicazioni scientifiche.
Sarà al Myolab su appuntamento, due giorni a settimana. Lo abbiamo intervistato per approfondire meglio il suo ambito professionale.

Prof. Grassi, di cosa si occupa il Reumatologo?

Il Reumatologo si occupa di una vasta gamma di malattie non chirurgiche dell'apparato locomotore. Si tratta di un orizzonte molto ampio, che spazia dalla patologia muscolo scheletrica di natura meccanica/degenerativa alle malattie infiammatorie autoimmuni. Al Reumatologo si rivolgono soggetti affetti da sindromi dolorose distrettuali di prevalente natura artrosica, che interessano singoli distretti articolari (mano, polso, caviglia, ginocchio, colonna vertebrale), da malattie infiammatorie croniche (artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondilite anchilosante), da connettiviti (lupus eritematoso sistemico, sclerosi sistemica,dermato-polimiosite), da osteoporosi, da fibromialgia, da stress meccanico causato da attività lavorative usuranti o sportive. Compiti specifici del Reumatologo sono una diagnosi precoce e la messa a punto di una corretta e efficace strategia di trattamento, che bilanci nel modo migliore i rischi e i benefici della terapia. I farmaci, sempre più efficaci, devono essere affiancati da incisivi interventi volti a creare la migliore armonia tra lo stile di vita e la peculiare fragilità legata alle diverse malattie. Si tratta di un compito spesso arduo ma indispensabile.

Quando il paziente va indirizzato ad un Reumatologo?

Una visita reumatologica è generalmente indicata in presenza di una ampia varietà di scenari clinici che possono variare dal dolore muscoloscheletrico costante e persistente di origine non traumatica a manifestazioni infiammatorie articolari o sistemiche. Una corretta strategia di trattamento ha come obiettivi principali l'attenuazione della sintomatologia dolorosa e, soprattutto, il blocco dei meccanismi che sono alla base della patogenesi della malattia. Alla terapia farmacologica si dovrebbe affiancare una strategia di prevenzione e/o di "patient education" adeguatamente personalizzata.

Qual è l'approccio principale nel suo percorso di cura?

La diagnosi precoce è fondamentale per garantire un percorso assistenziale incisivo e efficace. La cosiddetta "medicina narrativa" può svolgere un ruolo determinante ai fini di un corretto inquadramento diagnostico. Una buona competenza comunicativa consente spesso di comprendere i meccanismi che sono alla base dei sintomi e di individuare le più opportune indagini mirate. Empatia e ascolto attivo sono elementi determinanti specie in soggetti con malattie complesse come la fibromialgia o con sindromi da dolore cronico, che richiedono una comunicazione assertiva.

Ci parli un po' della fibromialgia, una malattia che sembra avere un impatto significativo sulla vita delle persone colpite...

La fibromialgia è una malattia tanto invisibile quanto drammatica e invalidante, con netta prevalenza femminile. La sintomatologia è ampia e variegata: dolori muscolari diffusi, dolorabilità marcata alla minima pressione a livello della muscolatura, cefalea, rilevante meteosensibilità, parestesie, colon irritabile, astenia e facile stancabilità, depressione, nebbia cognitiva (brain fog), sonno frammentato, crampi muscolari, miochimie palpebrali. Uno stato di depressione reattiva è spesso associato specie in soggetti impegnati in attività lavorative fortemente stressanti anche per il profondo senso di isolamento e di incomprensione: molti pazienti con fibromialgia vengono considerati ipocondriaci, depressi o come malati immaginari!

Cosa può fare il paziente per riconoscere la malattia?

La diagnosi di fibromialgia è clinica e non difficile in quanto il corteo sintomatologico è del tutto caratteristico. I pazienti si sottopongono a una serie infinita di indagini, che spesso risultano nella norma, con conseguente accentuazione della disperazione e del senso di impotenza, aggravato dal fatto che non esiste un trattamento efficace e risolutivo della malattia. Buoni risultati si possono ottenere solo con un approccio multisciplinare. Il coinvolgimento della famiglia è necessario per l'indispensabile azione di supporto, anche psicologico e per incidere sullo stile di vita spesso molto al di sopra della fragilità fisica e psicologica del paziente.

Qual è la causa della fibromialgia?

Le cause della fibromialgia non sono ancora del tutto chiare in quanto legate a una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici. Lo stress può essere un fattore scatenante in soggetti predisposti, così come infezioni virali (Parvovirus B19). La stessa infezione da Covid 19 è stata associata con manifestazioni sovrapponibili a quelle della fibromialgia (Long Covid o con una accentuazione della espressività clinica nei soggetti con fibromialgia preesistente. Sono state documentate alterazioni neurochimiche legate alla serotonina e alla dopamina, che svolgono un ruolo centrale nella regolazione dell'umore, del sonno, della percezione del dolore e della risposta allo stress.

In cosa consiste il trattamento della fibromialgia?

Una corretta strategia di trattamento della fibromialgia non può che essere accuratamente personalizzata, per l'ampia variabilità della sintomatologia nei diversi soggetti. La terapia farmacologica deve integrarsi con un approccio non farmacologico e con una incisiva modifica dello stile di vita (attività fisica di tipo aerobico, miglioramento della qualità del sonno, contenimento dello stress). Di notevole utilità è l'idroterapia (ginnastica in acqua a temperatura corporea, in posizione verticale, in assenza di carico). Il calore dell'acqua, i movimenti attivi senza carico e lo stato di rilassamento muscolare inducono uno stato di benessere immediato, che aiuta il paziente a comprendere l'importanza delle condizioni ambientali sul decorso della sintomatologia.

Citava l'approccio multidisciplinare, con chi lavora il Reumatologo in team?

Ortopedico, internista, dermatologo, fisiatra, psicologo, neurologo, psichiatra, dietologo sono tra i più validi componenti del team multidisciplinare spesso necessario soprattutto nei casi più complessi con malattie infiammatorie sistemiche, che risultano refrattari o intolleranti agli interventi di primo livello.

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