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DNA: quando serve il ricovero

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I disturbi del comportamento alimentare, oggi classificati come DNA (disturbi della nutrizione e dell’alimentazione), includono condizioni come il disturbo dell’alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder), l’anoressia, la bulimia nervosa ed altri disturbi atipici dell’alimentazione.

Questi disturbi comprendono una vasta gamma di comportamenti differenti tra loro, che possono riguardare sia uomini che donne, con un’incidenza sempre maggiore tra le fasce di popolazione più giovani. Oltre ad influenzare il rapporto con il cibo, tali condizioni sono spesso accompagnate da problematiche di natura psicologica, sociale e relazionale. Sono legate alla ricerca di un’identità, al bisogno di riconoscimento e alla affermazione del sé, in relazione ad una società dalle aspettative spesso rigide e difficili da soddisfare. 

Ce ne parla la dott.ssa Maria Lo Torto, psicoterapeuta e responsabile del reparto DNA di Villa Sant’Alessandro.

Quando un disturbo alimentare richiede un ricovero

I criteri di ricovero per DCA si basano su diversi fattori clinici e psicologici. Ecco alcuni dei principali indicatori che possono rendere necessario un ricovero:

  • gravità del quadro clinico internistico e/o psicologico, tale da richiedere un programma di trattamento in un ambiente protetto
  • inefficacia del programma ambulatoriale
  • condizioni familiari e/o di contesto non adeguate alla gestione del paziente a casa.

Chi decide il ricovero per DNA

Il ricovero in convenzione può avvenire tramite richiesta delle unità specialistiche per DNA delle ASL.

Nel caso di un ricovero in regime privatistico il paziente stesso può contattare direttamente la struttura e verrà valutato dall’équipe del reparto DNA.

Il ruolo del medico curante

Il medico curante ha un ruolo cruciale nel riconoscere precocemente i segnali di un DNA ed analizzare precocemente la gravità del disturbo, indirizzando il paziente verso centri specialistici in nutrizione clinica e psichiatria.

Come funziona un ricovero per disturbi alimentari

Il ricovero per disturbi alimentari è un intervento terapeutico intensivo indicato nei casi in cui le cure ambulatoriali non sono sufficienti a gestire la gravità del disturbo o quando sono presenti rischi significativi per la salute fisica e psicologica della persona. L'obiettivo principale del ricovero è l'interruzione dei comportamenti disfunzionali legati all'alimentazione e al peso, favorendo il ripristino di uno stato nutrizionale sano. Inoltre, rappresenta l'inizio di un percorso di consapevolezza e cambiamento psicologico, volto a comprendere le cause profonde del disturbo e sviluppare strategie per una relazione più equilibrata con il cibo e con il proprio corpo.

Generalmente, un percorso di ricovero coinvolge un'équipe di diversi professionisti (nutrizionisti, psichiatri, psicologi/psicoterapeuti, dietisti, infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, fisioterapista) che lavora in modo integrato per affrontare i vari aspetti del disturbo; include la pianificazione di un'alimentazione personalizzata e bilanciata con pasti assistiti per aiutare il paziente a normalizzare il rapporto con il cibo e a gestire l'ansia; prevede terapie individuali e di gruppo, per esplorare le cause sottostanti del disturbo, modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali, migliorare l'immagine corporea e a sviluppare strategie di coping più sane; implica un monitoraggio continuo delle condizioni fisiche del paziente, per gestire eventuali complicanze mediche derivanti dal disturbo alimentare (come squilibri elettrolitici, problemi cardiaci, gastrointestinali); il coinvolgimento dei familiari, per aiutarli a comprendere il disturbo e a sostenere il proprio caro durante e dopo il ricovero; prevede un progetto di dimissione e continuità assistenziale, per programmare la fase post-dimissione e prevenire le ricadute.

Obiettivi terapeutici e modalità di intervento

Il trattamento dei disturbi alimentari si basa sulla definizione di un progetto riabilitativo mirato non solo al recupero psicologico/fisiologico/nutrizionale del paziente, ma anche al ripristino delle corrette abitudini alimentari e al miglioramento della relazione con il cibo. Attraverso un approccio che combina aspetti medici-nutrizionali, psicologici e riabilitativi, si aiuta il paziente a ristabilire un equilibrio tra mente e corpo, favorendo un recupero che va oltre la sola guarigione fisica.

Percorsi accreditati con il SSN

Presso Villa Sant’Alessandro, è possibile accedere con Servizio Sanitario Nazionale.

In questo caso l’accesso avviene tramite invio da ASL/Centri di Salute Mentale (CSM) e TSMREE/NPI. La durata orientativa del trattamento è di 3 mesi, ma può essere prorogato fino ad un massimo di 12 mesi nei casi più gravi, in accordo con la struttura ambulatoriale inviante che autorizza le eventuali prosecuzioni ritenute necessarie.

Possibilità di accesso privato e tempi di attesa

Villa Sant’Alessandro ospita pazienti anche in regime privato: in ambito residenziale e ambulatoriale. Il gruppo di lavoro che si occupa della cura dei DNA e dell’obesità vede coinvolte in maniera integrata diverse figure professionali: medico specialista in scienze dell’alimentazione, psichiatra, psicologo/psicoterapeuta, biologo nutrizionista e tecnico della riabilitazione psichiatrica, e altri specialisti, a seconda delle specifiche esigenze della persona. Offre tre tipi di percorsi:

  1. Visita specialistica individuale: per verificare la propria condizione di salute (problemi di nutrizione e alimentazione) e valutare la possibilità di accedere a un percorso di cura interdisciplinare

Avviene tramite prenotazione della prima visita in una delle discipline relative ai DNA:

    • psichiatrica: per verificare la presenza di sintomatologia psichiatrica e stabilire, se necessario, un piano di trattamento farmacologico
    • internista medico-nutrizionale: per approfondire il quadro clinico generale e le eventuali comorbilità necessarie di approfondimento e trattamento.
    • psicologica: orientata a comprendere lo stato emotivo e cognitivo e l’eventuale necessità di intraprendere un percorso psicoterapeutico
    • nutrizionale dietologa: volta a valutare le abitudini nutrizionali e la composizione corporea del paziente e accompagnarlo nella modifica dello stile alimentare.
  1. Il paziente effettua, in un tempo di un mese, tutte e quattro le valutazioni: al termine della fase di valutazione riceve telematicamente le indicazioni cliniche e il programma terapeutico-riabilitativo multidisciplinare integrato.
  2. Incontro con l’équipe transdisciplinare: per il paziente che sceglie di affidarsi all’intera équipe multidisciplinare (psichiatra, medico nutrizionista e psicologo). Al termine dell’incontro (di circa un’ora e mezza), gli specialisti definiscono e condividono con il paziente il percorso terapeutico personalizzato e relativo piano di follow-up, che può essere approfondito eseguendo una visita individuale con ogni specialista.
  3. Ricovero diagnostico e terapeutico: prevede una valutazione diagnostica multidisciplinare e un primo trattamento in ambito di ricovero, della durata di 5 giorni, durante i quali si effettua una valutazione globale intensiva e verranno condotti esami ematochimici, elettrocardiogramma, consulenza cardiologica e fisioterapica, valutazione psichiatrica e psicodiagnostica al fine di stendere valutazione conclusiva per poter strutturare un piano di follow-up.

L’approccio terapeutico di Villa Sant’Alessandro

Presso Villa Sant’Alessandro l’approccio sui DNA si basa su un metodo interdisciplinare e integrato. Per questo, vengono coinvolti diversi specialisti.

Villa Sant’Alessandro si avvale di un approccio transdisciplinare e personalizzato, che include:

  • medico specialista in scienza dell’alimentazione
  • psichiatra
  • psicoterapeuta
  • biologo nutrizionista
  • altre figure professionali su necessità (tecnico della riabilitazione psichiatrica, fisioterapista, educatore, terapista occupazionale).

Percorsi di cura personalizzati in regime residenziale

I programmi terapeutici in regime residenziale offrono interventi su misura, adattati alle esigenze cliniche, psicologiche e relazionali di ogni paziente. In un ambiente protetto e strutturato, viene definito un progetto terapeutico personalizzato, che stabilisce gli obiettivi del trattamento e la modalità di cura più idonea. Il percorso prevede diverse tipologie di interventi, tra cui terapia farmacologica, incontri individuali e di gruppo, e attività riabilitative. L’approccio multidisciplinare mira ad un recupero completo, lavorando su tutti gli aspetti della salute del paziente.

Il coinvolgimento della famiglia nel trattamento

Coinvolgere le famiglie dei pazienti affetti da DNA è fondamentale per favorire il recupero. La famiglia può aiutare a individuare e comprendere i meccanismi alla base del disturbo, analizzando le dinamiche relazionali e le eventuali disfunzioni comunicative su cui si sviluppa la patologia. L’inclusione della famiglia nel percorso terapeutico permette di realizzare interventi di psicoeducazione, offrendo informazioni su caratteristiche di funzionamento del disturbo, aspetti spesso sconosciuti ai familiari. Il coinvolgimento della famiglia non è solo utile, ma rappresenta un elemento centrale del sistema di cura, poiché il sintomo non colpisce esclusivamente l’individuo, ma si ripercuote sull’intera rete sociale e familiare. Pertanto un approccio integrato, che coinvolge la famiglia in ogni fase del trattamento, può favorire una guarigione più stabile e duratura.

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