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I Disturbi del Comportamento Alimentare

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15 marzo 2020, Giornata dei Disturbi del Comportamento Alimentare

I Disturbi del Comportamento Alimentare In Italia sono circa 3 milioni le persone che soffrono di Disturbi dell'Alimentazione di cui circa 2,3 milioni sono adolescenti. Vengono colpiti anche i genitori, i nonni, gli zii, i fratelli o anche i partner quando parliamo di soggetti più adulti. Quando una persona cara soffre di un disturbo dell'alimentazione, come bulimia e anoressia, sono tantissime le emozioni che entrano in campo: domande, dubbi e dinamiche che si vengono a instaurare e che devono necessariamente avere una risposta da parte dei medici.

Ma come si possono riconoscere i sintomi del Disturbo del Comportamento Alimentare e quali sono i percorsi di cura? Bisogna tenere presente che nei disturbi dell'alimentazione più precoce è la diagnosi migliore è la prognosi, ma purtroppo spesso chi soffre di disturbi alimentari non chiede aiuto proprio per la caratteristica del disturbo che è egosintonico. Sono quindi i familiari che devono potersi accorgere che qualcosa non va e chiedere tempestivamente l'aiuto di un professionista.

Linda Pannocchia Psicologa e PsicoterapeutaComunità Terapeutico-Riabilitativa Villamare Come riconoscere i sintomi dei Disturbi del Comportamento Alimentare I campanelli di allarme sono molteplici e non è sempre facile capire qual è il confine tra una normale attenzione alla dieta o alle forme del corpo che hanno tutti gli adolescenti e l'inizio di una vera e propria malattia. Il suggerimento è quello di fare attenzione a quelle che sono dei cambiamenti drastici nell'alimentazione e negli stili alimentari.

Se un ragazzino o una ragazzina inizia a seguire una dieta in maniera molto rigida, elimina completamente alcune categorie di alimenti (ad esempio i carboidrati e i condimenti), comincia a saltare i pasti o a dire che vuole mangiare sempre fuori casa, quindi lontano dal controllo di un genitore o di un familiare comincia a praticare un'attività fisica eccessiva e compulsiva condotta anche in orari o in condizioni atmosferiche o di salute che non lo consentirebbero possiamo cominciare ipotizzare che ci sia un problema alimentare.

Possiamo inoltre porre attenzione alla scomparsa di cibo della dispensa; ad esempio se spariscono pacchi di biscotti oppure barattoli di marmellata o Nutella potremmo ipotizzare che ci sono delle abbuffate, oppure se la persona si reca in bagno molto spesso, soprattutto dopo i pasti, potremmo pensare che metta in atto delle condotte di compenso come il vomito auto-indotto. Bisogna fare attenzione anche a cambiamenti di umore: irritabilità, tendenza alla tristezza, isolamento sociale, dei forti sbalzi d'umore possono indicare un problema dell'alimentazione.

Una volta che ci si rende conto che è un problema ci potrebbe essere la domanda può essere: a chi ci si rivolge? Bisogna rivolgersi prima di tutto al pediatra o al medico di famiglia di medicina generale, se la persona è un adulto, che ci saprà indirizzare verso il centro per la cura dei disturbi alimentari più vicino. Sul sito dei Disturbi del Comportamento Alimentare contiene la mappa dei servizi specializzati per la cura dei disturbi dell'alimentazione in Italia, un punto di riferimento molto importante.

Il Ministero della Salute ha messo a punto un documento per i familiari che contiene alcune raccomandazioni che spiegano che cosa sono i disturbi dell'alimentazione, come si curano e a chi rivolgersi. Sono linee guida molto importanti che è consigliabile leggere. Il percorso di cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare Uscire da un disturbo dell'alimentazione è possibile anche se il percorso, occorre ricordarlo, è molto duro, lungo e faticoso e richiede un grandissimo impegno da parte dei medici, da parte del paziente e anche da parte dei familiari.

Tutti i medici sono concordi nello stabilire che i familiari devono essere coinvolti in tutte le fasi del percorso terapeutico della persona e quindi è necessario un impegno congiunto per poterne uscire. Nei disturbi dell'alimentazione più precoce è la diagnosi, migliore è la prognosi Non dobbiamo però pensare che sia sufficiente un ricovero, anche in un ambiente specializzato per la cura dei disturbi alimentazione per ottenere una guarigione.

Per guarire dal disturbo del comportamento alimentare ci vogliono almeno un anno e mezzo, due anni di terapia continuativa con l'impegno da parte di tutti. È da ribadire la regola che più precoce è la diagnosi, migliore è la prognosi. Quindi è bene intervenire il prima possibile per avere maggiori probabilità di guarire. Se i disturbi alimentari durano già da 7 - 10 anni si parla di disturbi severe ed enduring ovvero gravi e di lunga durata.

In questi casi l'impegno deve essere ancora maggiore. Il fenomeno delle ED Warriors Il termine E.DXXX Warrior sta indicare “le guerriere dei disturbi dell'alimentazione”. È un termine che è stato coniato per indicare un gruppo di ragazze che utilizza un mezzo molto diffuso tra i giovani, Instagram, per curare un disturbo particolare dell'alimentazione, l'anoressia nervosa. Le guerriere dei disturbi dell’alimentazione hanno dei profili che si chiamano “profili recovery” ovvero profili legati alla guarigione e si riconoscono perché contengono foto di cibo, accuratamente preparato e posizionato nel piatto, che descrivono le tappe di un percorso di guarigione.

Queste foto rappresentano il parallelo virtuale del diario alimentare, strumento da sempre utilizzato in clinica nella cura di disturbi dell'alimentazione, ma a differenza di quest’ultimo, che si condivide solo con il medico, si va a condividere con tutta una comunità di Instagram. Quindi con altre ragazze e ragazzi che soffre dello stesso disturbo e che possono incitare, incoraggiare dare dei suggerimenti per riuscire a sconfiggere il problema.

Nel mondo sono migliaia i profili recovery, solo in Italia superano i 5. 000 e il numero è costantemente in crescita. In questi profili recovery i ragazzi e le ragazze condividono le loro difficoltà, il loro dubbi e perplessità, i loro fallimenti e i passi avanti lanciando anche delle sfide; si sfidano a mangiare un alimento che fino al giorno prima era proibito quindi fanno una foto di di loro che mangiano magari un alimento che non riuscivano a mangiare prima incoraggiando anche altre a fare la stessa cosa.

I profili recovery sono importanti perché lanciano un messaggio diverso, cioè che sui social non esistono soltanto i profili che idealizzano la magrezza o le influencer che mostrano corpi ai limiti dell'anoressia, ma c’è anche una corrente che si impegna e combatte per guarire da questi disturbi. Esiste anche una community che si chiama “la rinascita delle farfalle” costituita da un gruppo di ragazze che hanno un profilo recovery e hanno di unirsi e di incontrarsi anche nel mondo reale.

Quindi organizzano degli incontri in grandi città d'arte, Firenze, Bologna , Roma dove queste ragazze si incontrano, condividono dei pasti, un pranzo o una merenda e anche delle attività come la visita di queste bellissime città ,in modo da rendere il percorso di cura ancora più reale edimportante. Il supporto e la condivisione di questi problemi è infatti fondamentale per riuscire a sconfiggerli. I lavori dei pazienti per la sensibilizzazione sui Disturbi dell’Alimentazione Presso la Clinica Specialistica Psichiatrica Villa Margherita di Arcugnano, specializzata tra l’altro nei percorsi terapeutici dedicati proprio a questa tipologia di disturbi, dal 14 marzo sarà allestita una esposizione delle opere realizzate durante i laboratori espressivi frequentati da pazienti del reparto e del day hospital dell'Unità DCA (disturbi del comportamento alimentare).

L'esposizione, viste le necessarie restrizioni per il Covid-19, non sarà purtroppo aperta al pubblico ma sarà comunque un'iniziativa per valorizzare le opere prodotte dai pazienti coordinati dall'arte terapeuta Valentina Grotto della Cooperativa "Cosmo" di Vicenza. Leggi tutto #FiocchettoLilla In collaborazione con Fondazione OndaOsservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere. Facebook Twitter Linkedin

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