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Autismo e psicomotricità

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Negli ultimi anni, la comprensione dei disturbi dello spettro autistico è profondamente evoluta, portando all’introduzione di approcci terapeutici sempre più mirati e personalizzati.

In particolare, la psicomotricità rappresenta un intervento riabilitativo prezioso, in grado di stimolare competenze motorie, relazionali e comunicative nei bambini con autismo, valorizzandone le potenzialità e promuovendo l’inclusione.

Cos’è la psicomotricità

La psicomotricità è una disciplina che integra il movimento corporeo con la dimensione emotiva, relazionale e cognitiva. Si basa su un approccio globale al bambino, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo armonico attraverso il gioco, l’interazione e il movimento.

In ambito riabilitativo, questo intervento aiuta il bambino a prendere coscienza del proprio corpo, migliorare la coordinazione motoria, regolare le emozioni e costruire relazioni significative con l’ambiente e con gli altri.

Psicomotricità e autismo: quali benefici?

Nei bambini con autismo, la psicomotricità si propone di:

  • promuovere l’emergere di segnalatori sociali come il contatto oculare, il sorriso e lo sguardo referenziale
  • stimolare l’attenzione condivisa e l’intenzionalità comunicativa
  • favorire l’uso funzionale degli oggetti e la capacità simbolica
  • ridurre comportamenti disadattivi come iperattività, stereotipie motorie e condotte auto-lesive.

Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso attività strutturate, condotte in piccoli gruppi, spesso con il coinvolgimento attivo dei coetanei e il supporto del terapista come mediatore.

La psicomotricità migliora:

  • le competenze grosso-motorie (equilibrio, coordinazione, destrezza)
  • le abilità fino-motorie (manipolazione, precisione, imitazione gestuale)
  • la comunicazione funzionale e simbolica
  • la socializzazione e la capacità di condividere attività con gli altri, in particolare con i compagni di classe.

Un’esperienza significativa in questo ambito è stata realizzata all’interno del Centro Ambulatoriale Santo Stefano Jesi, dove da anni si sperimenta un trattamento psicomotorio in piccolo gruppo con risultati positivi sul piano delle interazioni tra bambini con autismo e coetanei.

Esercizi di psicomotricità per bambini con autismo

Durante le sedute, vengono proposte attività calibrate sull’età e sulle caratteristiche del bambino:

  • attività ludico-motorie (percorsi motori, giochi con la palla, bowling, calcio) per lavorare su turnazione, contatto visivo e imitazione
  • giochi a tavolino (memory, carte, tablet educativi) per stimolare il linguaggio, la condivisione e il rispetto delle regole
  • esercizi fino-motori (collage, travasi, costruzioni) per potenziare le abilità manuali e la comunicazione non verbale.

Quando iniziare un percorso psicomotorio

L’efficacia dell’intervento psicomotorio è tanto maggiore quanto più è precoce. È raccomandabile iniziare già in età prescolare, anche a partire dai 18-24 mesi, quando emergono segnali precoci riconducibili a un disturbo dello spettro autistico. In questa direzione, è fondamentale promuovere una diagnosi tempestiva e l’attivazione di percorsi terapeutici abilitativi già nella prima infanzia.

Alcuni segnali che possono suggerire la necessità di un percorso psicomotorio includono:

  • mancanza di contatto visivo o difficoltà nell’interazione sociale
  • utilizzo inusuale degli oggetti (allineamento, rotazione ripetitiva)
  • comportamenti stereotipati o auto-stimolatori
  • ritardo nello sviluppo del linguaggio.

Chi sono i professionisti coinvolti

Figura centrale nell’intervento è il neuropsicomotricista dell’età evolutiva, specialista nella prevenzione, valutazione e trattamento dei disturbi dello sviluppo. Egli progetta le sedute, guida il bambino nel percorso terapeutico e favorisce l’interazione con i coetanei.

Il lavoro del neuropsicomotricista si integra con quello di altri professionisti, in particolare:

  • neuropsichiatri infantili, che coordinano la diagnosi e il percorso terapeutico complessivo
  • logopedisti, per lo sviluppo del linguaggio
  • psicologi e educatori, nel sostegno alla famiglia e nella gestione comportamentale.

I centri KOS e i percorsi disponibili

All’interno del Gruppo KOS, diversi centri ambulatoriali e residenziali offrono percorsi di psicomotricità per bambini con autismo, integrati in progetti terapeutici personalizzati.

Tra questi, il Centro Ambulatoriale Santo Stefano Jesi è un punto di riferimento per la presa in carico precoce, con attività che coinvolgono anche la scuola e le famiglie. Altri centri KOS nelle Marche, come il Centro Ambulatoriale Santo Stefano Macerata, Centro Ambulatoriale Santo Stefano Ascoli Piceno, Centro Ambulatoriale Santo Stefano Tolentino e Centro Ambulatoriale Santo Stefano San Benedetto del Tronto, offrono servizi analoghi, con équipe multidisciplinari e approccio personalizzato.

Il Gruppo KOS, inoltre, partecipa attivamente a momenti di sensibilizzazione pubblica come la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, per promuovere una cultura dell’inclusione e una migliore conoscenza dei disturbi dello spettro autistico.

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