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Afasia e disfagia tra le conseguenze post Ictus

Riabilitazione
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L’ictus cerebrale può determinare conseguenze complesse e spesso sottovalutate, come l’afasia e la disfagia.

Comprendere cosa sono, come si manifestano e quali possibilità offre la riabilitazione – in particolare attraverso la logopedia – è fondamentale per garantire al paziente un percorso efficace e una migliore qualità della vita.

Afasia e disfagia post ictus: perché si manifestano?

Tra le più comuni conseguenze neurologiche dell’ictus vi sono l’afasia e la disfagia. Entrambe si sviluppano a seguito di un danno cerebrale, ma colpiscono funzioni diverse: la prima riguarda il linguaggio, la seconda la deglutizione.

Nel caso dell’afasia, il danno interessa solitamente l’emisfero sinistro, sede predominante delle funzioni linguistiche. La disfagia può insorgere quando l’ictus coinvolge aree cerebrali deputate alla coordinazione dei muscoli faringei e laringei, spesso localizzate nel tronco encefalico o nella corteccia motoria.

In Italia, si stimano oltre 100.000 persone affette da disturbi del linguaggio, mentre la disfagia si verifica nel 50% circa dei pazienti post ictus.

Cos’è l’afasia post ictus

L’afasia è un disturbo acquisito del linguaggio che comporta una riduzione o perdita della capacità di comunicare oralmente, per iscritto o tramite segni. Le persone afasiche conservano intatta la propria intelligenza, ma non riescono a esprimere verbalmente pensieri e concetti, oppure lo fanno in modo scorretto.

Esistono diverse forme di afasia, a seconda dell’area cerebrale coinvolta:

  • di Broca (motoria): la comprensione resta relativamente preservata, ma il linguaggio è rallentato e faticoso
  • di Wernicke (sensoriale): il linguaggio è fluente ma privo di significato, e la comprensione risulta compromessa
  • globale: la forma più grave, con compromissione di produzione e comprensione
  • intermedia o mista: con caratteristiche combinate delle forme precedenti.

Il recupero dall’afasia dipende da diversi fattori: entità della lesione, sede colpita, età del paziente e tempestività dell’intervento riabilitativo. Il trattamento è personalizzato e si avvale soprattutto della logopedia, che stimola il recupero linguistico attraverso esercizi mirati.

I miglioramenti sono generalmente più evidenti nei primi sei mesi, ma possono continuare anche a lungo termine grazie alla neuroplasticità del cervello.

È fondamentale sapere come relazionarsi con una persona afasica per non alimentare frustrazione o isolamento:

  • utilizzare frasi brevi e semplici
  • parlare lentamente e chiaramente
  • usare il linguaggio del corpo, immagini o gesti
  • dare tempo per rispondere, senza interrompere
  • evitare correzioni continue.

Cos’è la disfagia post ictus

La disfagia è la difficoltà a deglutire correttamente cibi, liquidi o saliva. Nei pazienti colpiti da ictus, può derivare da un’alterazione del controllo motorio dei muscoli della gola e dell’esofago.

È una condizione che va trattata con attenzione, poiché può portare a complicanze gravi come:

  • disidratazione
  • malnutrizione
  • aspirazione di cibo nei polmoni
  • polmonite ab ingestis.

I sintomi non sempre sono evidenti, ma alcuni segnali d’allarme includono:

  • tosse o raucedine durante i pasti
  • gorgoglii o cambiamenti vocali dopo aver bevuto
  • perdita di peso non intenzionale
  • residui di cibo in bocca
  • sensazione di blocco o rallentamento nella deglutizione.

La disfagia può rendere pericoloso l’atto stesso del mangiare, aumentando il rischio di soffocamento o infezioni polmonari.

Il riconoscimento precoce è essenziale per ridurre le complicanze. I logopedisti svolgono una valutazione clinica attraverso:

  • analisi della forza e coordinazione dei muscoli coinvolti nella deglutizione
  • osservazione diretta dell’atto deglutitorio con test alimentari sicuri
  • tecniche strumentali come la videofluoroscopia o la fibroscopia.

Il recupero varia in base alla gravità e alla tempestività della diagnosi. I trattamenti più efficaci includono:

  • terapie riabilitative logopediche personalizzate
  • modifiche posturali durante i pasti
  • adattamenti della consistenza degli alimenti
  • uso di tecniche compensative per ridurre il rischio di aspirazione.

Con un intervento mirato, molti pazienti recuperano parzialmente o completamente entro sei mesi.

Il ruolo dei centri KOS nella riabilitazione post ictus

I centri KOS offrono un approccio multidisciplinare e specializzato nella riabilitazione delle conseguenze neurologiche post ictus. Le strutture integrano le competenze di neurologi, logopedisti, fisioterapisti, nutrizionisti e psicologi per garantire:

  • diagnosi precoce e accurata
  • programmi riabilitativi personalizzati
  • attività di stimolazione cognitiva e linguistica
  • educazione terapeutica del caregiver.

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