Blue Monday: il giorno più triste dell’anno esiste davvero?

Il Blue Monday, noto come il giorno più triste dell’anno, cade ogni terzo lunedì di gennaio.

20 gennaio 2025


Blue Monday: il giorno più triste dell’anno esiste davvero?
Blue Monday: il giorno più triste dell’anno esiste davvero?

A coniare il termine, è stato lo psicologo inglese Cliff Arnall, incaricato da una compagnia di viaggi (Sky Travel) di identificare il periodo dell’anno in cui molte persone prenotano una vacanza al sole per combattere la malinconia invernale.

Arnall elaborò una formula che teneva conto di vari fattori: condizioni meteorologiche, fine delle festività natalizie, difficoltà economiche e fallimento nei propositi per il nuovo anno.

Tuttavia, il Blue Monday non ha basi scientifiche solide. È più una trovata di marketing che una realtà medica. Nonostante ciò, i mesi invernali possono realmente accentuare sentimenti di tristezza, ansia o depressione. In questi casi, si parla di Seasonal Affective Disorder (SAD), ovvero Disturbo affettivo stagionale.

Ce ne parla il dott. Cristiano Gazzani, medico psichiatra di Villa Rosa Gruppo KOS.

Cos’è il Disturbo affettivo stagionale e come si manifesta?

Il SAD è un disturbo dell’umore che ha come principale caratteristica quella di presentarsi ciclicamente in determinati momenti dell’anno e viene considerato come un sottotipo del Disturbo depressivo maggiore. Se la caratteristica prevalente del SAD è la ciclicità stagionale, riguardo i sintomi, sono di fatto gli stessi di un episodio depressivo e comprendono: perdita di interesse e di piacere nello svolgimento delle abituali attività, pervasivo senso di tristezza, mancanza di energia, difficoltà di concentrazione, irritabilità. Questi, possono influire sulla quotidianità comportando riduzione dei contatti sociali, maggiore tendenza a dormire e possono accompagnarsi a maggiore ricerca di carboidrati con conseguente aumento di peso.

Esistono due tipologie di questa forma particolare di depressione che sono quella invernale e quella estiva ed hanno tendenzialmente una durata limitata di alcuni mesi che coincidono con la stagione.

Tra le possibili cause o con-cause vengono prese in considerazione le variazioni della serotonina e del suo trasportatore, la riduzione della vitamina D3 (soprattutto in relazione alla riduzione dell’esposizione alla luce solare che ha la funzione di mobilitare ed attivare il precursore di questa vitamina), le alterazioni dei ritmi circadiani del sonno e della veglia derivanti da fluttuazioni dell’ormone melatonina.

Come prevenire la tristezza invernale?

Alcune strategie utili per contrastare la tristezza legata al periodo invernale, comprendono:

  1. Aumentare l’esposizione alla luce naturale
  2. Adottare una dieta sana ed equilibrata
  3. Fare passeggiate o impegnarsi in un’attività fisica regolare
  4. Stabilire una routine o un’igiene del sonno, evitando l’uso di tablet o device in fase di addormentamento

Questi semplici accorgimenti possono contribuire a migliorare l’umore.

Quando è necessario consultare uno specialista?

È normale attraversare momenti di malinconia o tristezza, come è normale attraversare fasi in cui ci sentiamo più stanchi, affaticati ed irritabili e in questo caso si tratta di fisiologici andamenti dei nostri stati d’animo: quello che può distinguere “la normalità” dalla patologia di tipo depressivo è la persistenza del sentimento depressivo unito alla concomitante presenza di un numero significativo di sintomi tali da indurre un cambiamento sensibile nella nostra quotidianità. Qualora, oltre al cambiamento significativo della nostra quotidianità, dovesse perdurare uno stato di malessere tendenzialmente quotidiano e protratto per due-tre-quattro settimane, allora, è consigliabile consultare uno specialista. Questo è particolarmente importante se la tristezza compromette la motivazione e la capacità di svolgere attività quotidiane, in caso di insonnia cronica o alterazioni significative dell’appetito, se emergono pensieri negativi o legati al suicidio.

Quali sono gli approcci o i trattamenti per il disturbo depressivo stagionale?

Rientrando tra i disturbi dell’umore a genesi depressiva ed avendo caratteristiche neuro-biologiche piuttosto significative sono indicati approcci di cura di tipo farmacologico con l’utilizzo delle molecole che hanno l’indicazione per il trattamento dei disturbi di tipo depressivo come per esempio quelli appartenenti alle classi dei cosiddetti SSRI o SNRI.

Ad oggi possono essere presi in considerazione anche approcci differenti, non di natura farmacologica: nel SAD a decorso invernale, per esempio, ci sono dati a favore dell’utilizzo della foto-terapia. Sempre per rimanere in tema di interventi che hanno validazioni scientifiche, riguardo il trattamento dei disturbi dell’umore di origine depressiva, una riflessione in tal senso potrebbe essere fatta anche per l’utilizzo della TMS (stimolazione magnetica trans-cranica).

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